Arturo Palma di Cesnola.
Arturo Palma di Cesnola. Chi è questo archeologo italiano di origini pugliesi, ma toscano di adozione, che ha reso famosa Grotta Paglicci in tutto il mondo?
Chi è questo archeologo italiano di origini pugliesi, ma toscano di adozione, che ha reso famosa Grotta Paglicci in tutto il mondo?
Nasce a Firenze, il 14 marzo 1928, da Alerino e da Lucia De Nicastri, entrambi appartenenti a famiglie nobili, l’una originaria di Rivarolo Canavese (Piemonte), l’altra di Lucera (Puglia).
Laureato in Lettere e Filosofia, si forma alla scuola fiorentina di Preistoria, diretta da Aldobrandino Mochi, ex-positivista degli anni’20.
Nel 1957 sposa Marina Imperiale di Sant’Angelo dei Lombardi, quasi sua coetanea, dalla quale avrà tre figli, nell’ordine: Flaminia, Alessandra ed Alerino.
Docente sin dal 1966 presso l’Università di Siena, è qui cofondatore del Dipartimento di Archeologia e Storia delle Arti, da subito riferimento nazionale.
Negli anni ‘60 è tra i primi, coi colleghi di Ferrara e Firenze, ad adottare in Italia la tipologia analitica di Georges Laplace.
Si interessa delle culture del Paleolitico, alle quali dedica, oltre ad una serie di articoli scientifici, circa 150 monografie.
Costruisce uno schema crono-culturale che ancora oggi viene considerato condivisibile.
Nel 1961, attraverso lo studio di due denti decidui, ritrovati nella Grotta del Cavallo (Salento) scopre che sono dell’Homo sapiens sapiens, qui coesistente assieme agli ultimi di Neanderthal (civiltà Uluzziana). Dopo le grotte di Marina di Camerota (Campania) sarà costantemente attivo a Grotta Paglicci (Gargano).
Assai vicino all’idea e alla prassi del geologo-antropologo francese François Bordes (1919-1981), ne segue le orme, affinando la sua specializzazione nelle industrie litiche.
Lo fa perseguendo a ritroso il filone Aurignaziano, Gravetto-Epigravettiano, sedimentato a Paglicci nella sua interezza. Con Bordes, condivide anche la passione per la letteratura: il primo privilegia, però, la fantascienza, l’altro la poesia e la narrativa tout court.
Tra i suoi libri destinati al grosso pubblico vanno ricordati, Paglicci Rignano Garganico, 1e, 2e, 3e., Regione Puglia, 1988, 1992, 2002; Paglicci e il Paleolitico del Gargano, C. Grenzi editore, 2003.